Arnold Schoenberg, un musicien juif dans le monde

Di Myriam Odile Blin

In Musiques, mondialisation et sociétés, a cura di Myriam Odile Blin e Pierre Albert Castanet, Presses universitaires de Rouen et du Havre, 2024, 250 p.

Questo volume esplora i legami tra musica, globalizzazione e società, toccando una varietà di temi come la musica colta, la musica popolare, la politica, la religione e le questioni culturali globali. Attraverso vari articoli, mostra come la musica, nell’era della globalizzazione, rimanga un importante vettore di mediazione culturale, riflettendo al contempo le sfide e le speranze del nostro tempo.

Tra i vari contributi a quest’opera accademica c’è un articolo di Myriam Odile Blin su Arnold Schoenberg (1874-1951) ed il suo rapporto con l’ebraismo. L’autrice “si concentra sullo status di ‘musicista ebreo nel mondo’, quello di Arnold Schoenberg, il padre della dodecafonia[1]un sistema musicale basato su una serie di intervalli costituiti dalle dodici note della scala cromatica, che fu ostracizzato in quanto ebreo ed esiliato negli Stati Uniti nel 1933. La prima metà del XX secolo in Europa oscillò tra cultura e barbarie, tra antisemitismo ed Entartete Musik[2]L’espressione nazista “Entartete Musik” (“Musica degenerata”) descrive un vasto repertorio musicale di opere e compositori banditi sotto il Terzo Reich. Uno dei simboli di questo … Continua a leggere, e l’ispirazione ebraica della musica di Arnold Schoenberg portò a disaccordi con Thomas Mann. […] Se questo studio singolarmente illuminato evoca naturalmente opere chiave come Mosè e Aron, La scala di Giacobbe e Un sopravvissuto di Varsavia, si concentra soprattutto sul Kol Nidre, il famoso brano introduttivo alla festa dello Yom Kippur (una melodia arrangiata da Schoenberg nel 1938, ma frequentata anche da molti artisti […].). In conclusione, la sociologa dell’arte solleva la questione della musica, e della musica ebraica in particolare, come “coscienza del mondo”.[3]Musiques, mondialisation et sociétés / A cura di Myriam Odile Blin e Pierre Albert Castanet, Presses universitaires de Rouen et du Havre, 2024, p. 12.

Myriam Odile Blin ricorda anche gli scritti di André Neher, che riteneva che la dodecafonia di Schoenberg traesse ispirazione dalla mistica ebraica e dalla cabala, in particolare attraverso il simbolismo dei numeri 6 e 12, molto presenti nella letteratura ebraica [4]Cfr. André Neher, Faust et le Maharal de Prague, le mythe et le réel, Paris, PUF, 1987. Così, come sottolinea M-O Blin, “il significato autentico della musica e degli scritti di Schoenberg può essere colto solo attraverso il prisma di una spiritualità viva che segue le vie della mistica ebraica”. Eppure la dodecafonia può essere compresa in modo neutro, senza passare attraverso questa singolare staffetta di spiritualità: si tratta allora di un modello di scrittura razionalmente definito per la composizione musicale. […] Arnold Schoenberg era quindi inseparabilmente visionario e conservatore da un lato, razionale e mistico dall’altro”.[5]Musiques, mondialisation et sociétés, p. 50.

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References
1 un sistema musicale basato su una serie di intervalli costituiti dalle dodici note della scala cromatica
2 L’espressione nazista “Entartete Musik” (“Musica degenerata”) descrive un vasto repertorio musicale di opere e compositori banditi sotto il Terzo Reich. Uno dei simboli di questo fenomeno fu l’omonima mostra tenutasi a Düsseldorf nel 1938. Si veda il libro di Elise Petit et Bruno Giner, Entartete Musik : musiques interdites sous le IIIe Reich.
3 Musiques, mondialisation et sociétés / A cura di Myriam Odile Blin e Pierre Albert Castanet, Presses universitaires de Rouen et du Havre, 2024, p. 12.
4 Cfr. André Neher, Faust et le Maharal de Prague, le mythe et le réel, Paris, PUF, 1987
5 Musiques, mondialisation et sociétés, p. 50.

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