ERLANGER, CAMILLE (1863-1919)

Di Jacques Tchamkerten

Camille Erlanger è uno dei compositori d’opera della “belle époque”, come Alfred Bruneau, Xavier Leroux, Georges Hüe o Henry Février : conoscono tutti i dettagli della scrittura per il teatro, e la musica drammatica costituisce la maggior parte del loro catalogo. Tuttavia nessuno di loro lascierà un’impronta duratura nel panorama lirico del loro tempo, quando la qualità della loro musica meriterebbe loro di occupare un posto significativo nel repertorio teatrale.

Il cognome Erlanger è portato da molte famiglie ebraiche di origine tedesca ed alsaziana. È comune a diversi musicisti non imparentati tra di loro : i compositori Jules e Gustav Erlanger così come Frédéric d’Erlanger (1868-1943) la cui carriera si svolge a Londra. Citeremo anche Rodolphe d’Erlanger (1872-1932), etnomusicologo, autore di un monumentale studio sulla musica araba.

Nulla, a prima vista, predispone Camille Erlanger alla carriera musicale. I suoi genitori, che lasciano la natia Alsazia per Parigi, erano modesti commercianti lontani dal mondo artistico. Nato il 24 maggio 1863, il bambino mostra un’evidente predisposizione per la musica. Entra al Conservatorio nel 1881, dove è ammesso nel 1886 nella classe di composizione di Léo Delibes; nel 1888, davanti a Paul Dukas, vince il primo Grand Prix de Rome con la cantata Velléda. Nel 1895, la sua leggenda lirica Saint-Julien l’hospitalier, basata sull’omonimo racconto di Flaubert, fa grande impressione per la sua ampiezza e l’audacia armonica che testimoniano il suo fervore wagneriano.

La prima opera lirica di Camille Erlanger, Kermaria, unisce il fantastico e il leggendario in un’ambientazione bretone. Creata all’Opéra-Comique nel 1897, ottiene solo un successo mediocre. Il compositore sarà più felice con Le Juif polonais, tratto da un romanzo di Erckmann-Chatrian. Questo oscuro dramma di colpa e di rimorsi, ambientato in un villaggio alsaziano, si riallaccia all’estetica naturalista allora rappresentata da compositori come Alfred Bruneau o Gustave Charpentier. Rappresentata con grande successo all’Opéra-Comique nel 1900, Le Juif polonais sarà rappresentata con una certa regolarità fino alla fine degli anni ’30.

Kermaria (1897)
Le Juif Polonais (1900)
Le Juif Polonais (1900)

E’ senza dubbio attraverso il suo maestro Léo Delibes che Erlanger entra nel salotto di Isaac de Camondo, banchiere, diplomatico, eminente collezionista d’arte e compositore dilettante la cui opera Le Clown sarà rappresentata all’Opéra-Comique nel 1906. Nel 1902 sposa una cuginetta di quest’ultimo, Irène Hillel-Manoach (1878-1920) il cui romanzo iniziatico Voyage en kaleidoscope diventerà un classico della letteratura esoterica e susciterà l’interesse dei surrealisti. Il loro figlio, Philippe Erlanger (1903-1987), alto funzionario, scrittore e critico d’arte, sarà uno degli iniziatori del festival di Cannes.

Le Fils de l’Etoile, dramma lirico in cinque atti, vede la sua realizzazione all’Opéra Garnier nel 1904. Il libretto di Catulle Mendès raffigura la rivolta degli ebrei, provocata dalla decisione dell’imperatore Adriano di costruire una città sull’area del tempio di Gerusalemme. Questo vasto affresco di gusto epico-wagneriano, dove l’espressione fiammeggiante di Mendès maschera difficilmente l’opacità dell’azione, ottiene solo un successo di stima.

Parallelamente al Figlio della Stella, il musicista compone l’opera che sarebbe stata il suo più grande successo: Afrodite, per la quale Louis de Grammont, con il suo libretto, adatta per la scena il famoso romanzo di Pierre Louÿs. La carica erotica dell’argomento, lo splendore della messa in scena al momento della sua creazione all’Opéra-Comique nel 1906 e la presenza di Mary Garden nel ruolo di Chrysis avranno la loro importanza nel grande successo ottenuto dall’opera. Ma la musica di Erlanger, con il suo innato senso del fondo sonoro, il suo personalissimo trattamento dei motivi principali e la fisionomia spesso inaspettata dei suoi motivi melodici, avranno altrettanta importanza per la riuscita di un’opera di cui giustamente la musicologa Leslie Wright dirà che “ il suo carattere ibrido è forse più rivelatore degli inizi del modernismo che di altre partizioni più uniformi”.

Nel 1909 Erlanger fa rappresentare a Bordeaux Bacchus Triomphant, un grande spettacolo popolare, poi, nel 1911 a Rouen, L’Aube Rouge, un dramma ambientato negli ambienti anarchici russi.

Camille Erlanger facendo lavorare Marthe Chenal nel ruolo di Zoraya

Le sue due opere successive sono composte contemporaneamente: Hannele Mattern e La Sorcière, dramma musicale in 4 atti basato su di un dramma di Victorien Sardou. L’azione, tragica e violenta, narra la storia d’amore di un capitano degli arcieri di Toledo con una donna musulmana dotata di poteri soprannaturali che sceglieranno il suicidio per sfuggire ai roghi dell’inquisizione. La creazione, nel 1912 all’Opéra-Comique, suscita, nonostante il suo successo, reazioni contrastanti: la spaventosa rappresentazione della chiesa è accolta molto male da alcuni critici i cui commenti sono accompagnati da palesi sfumature antisemite. L’opera si avvale del soprano Marthe Chenal nel ruolo titolo. Vero e proprio “mostro sacro”, è lei l’interprete prescelta da Erlanger, per la quale creerà Bacchus Triomphant, L’Aube rouge e soprattutto La Sorcière dove l’ampiezza della sua voce così come la sua presenza scenica faranno una grande impressione.

La Sorcière è l’ultima opera lirica di Erlanger creata da vivo ; alla sua morte lascia due opere incompiute.

Rara trasposizione di un film in un’opera, Forfaiture, realizzata nel 1921, sconvolge per la violenza passionale e la crudezza del libretto. Faublas, dal canto suo, non vedrà mai le luci della ribalta e lo spartito, completato da Paul Bastide, riposa nelle riserve della Bibliothèque Nationale de France.

Nel 1913 Erlanger aveva completato Hannele Mattern che avrebbe dovuto essere rappresentata l’anno successivo all’Opéra-Comique. Tuttavia, il libretto era basato sull’omonima opera teatrale di Gerhard Hauptmann e durante la guerra era impensabile eseguire a Parigi un’opera di un autore tedesco. Poco in sintonia con le rivoluzioni estetiche dei ruggenti anni Venti, la musica di Camille Erlanger, morto il 24 aprile 1919, cadrà gradualmente nell’oblio e Hannele Mattern vedrà diminuire le sue probabilità di essere rappresentata. L’opera sarà tuttavia creata a Strasburgo nel 1950 senza suscitare molto più che una cortese indifferenza. Ed è sicuramente questa l’ultima volta che un’opera di Erlanger viene rappresentata sulla scena.

Se Camille Erlanger si afferma soprattutto come compositore lirico, il suo catalogo comprende numerose melodie, alcune pagine pianistiche e sinfoniche, nonché una musica per La Suprême Epopée, film di propaganda patriottica di Henri Desfontaines, prodotto dal Service photographique et cinématographique des Armées, nel 1919.

Lo stile musicale di Erlanger è caratterizzato dalla densità della scrittura, dall’abbondanza di motivi principali e dall’opulenza dell’orchestrazione. Il suo linguaggio armonico non si sottrae a delle audacie a volte sorprendenti che possono condurre brevemente alle frontiere della tonalità. Eccezionale orchestratore, ha un evidente dono per la scena musicale sapendola ambientare in modo sorprendente ed in poche battute. Le grandi effusioni liriche, gli slanci melodici voluttuosi fanno raramente parte del suo vocabolario. Le sue qualità di drammaturgo si cristallizzano attorno al suo straordinario senso dello scenario sonoro. Attraverso la singolarità di un disegno melodico o di una sequenza armonica, riesce a creare un quadro musicale di notevole efficacia, dotato di una forza evocatrice che gli permette di caratterizzare i suoi personaggi, le loro personalità ed i loro stati d’animo. Questo approccio molto teatrale e allo stesso tempo non convenzionale sembra aver sconcertato all’epoca sia gli appassionati di un’arte operistica tradizionale radicata nella tradizione Gounod-Massenet sia gli appassionati di un’“art nouveau” dell’opera rappresentata da compositori come Debussy, d’Indy o Dukas.

Camille Erlanger e Catulle Mendès, di Leonetto Cappiello (1904)
Théâtre National de l’Opéra-Comique – La Sorcière – Atto IV
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