Cantata per soprano, recitanti, coro e orchestra, op. 441 su testo di Elie Wiesel
Disco pubblicato nel 1994 da Arion, nella collezione MFA (Musique Française d’Aujourd’hui).
Con Sharon Cooper (soprano), Michaël Lonsdale, Bernard Freyd, Michel Hermon e Jean Négroni (recitanti), il coro Madrigal di Bordeaux (mezzosoprano: Anna Parus, direttore del coro: Eliane Lavail) e l’ensemble 2E2M diretto da Paul Méfano.
Questa registrazione storica è stata realizzata nel 1992 in occasione del centenario della nascita di Darius Milhaud (1892-1974).
Ani maamin è l’ultima opera di questo prolifico compositore (443 opere in catalogo!) che si definiva “un francese nato ad Aix e di fede ebraica”. Questa cantata, basata su un testo di Elie Wiesel, deportato ad Auschwitz all’età di quindici anni, descrive l’orrore dei campi di sterminio ed il martirio degli ebrei (il padre ucciso davanti al figlio, il bambino strangolato in braccio alla madre…). Ma è anche l’espressione di una fede che apre a questioni eterne, che ognuno di noi si pone e cerca di risolvere a modo suo: la responsabilità di un dio, la responsabilità dell’uomo.
“Ani maamin beviat ha-Mashiah” significa “Credo nella venuta del Messia”. Lo spartito di Darius Milhaud reca in esergo queste righe: “Questo è uno dei tredici principi di fede enunciati da Maimonide. È anche il canto che, nei campi e nei ghetti, gli ebrei pii ed ostinati scelsero come inno. La loro fede, invece di consolare e tranquillizzare i sopravvissuti, li ha solo sconcertati. Affermazione e provocazione allo stesso tempo, non può suscitare preoccupazione. Eppure…”.
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