DYCK, VLADIMIR (1882-1943)

di Hervé Roten*

La biografia di questo compositore, nato il 19 marzo 1882 a Odessa e morto ad Auschwitz nel 1943, rimane ancora oggi incompleta.  Quinto figlio di una famiglia modesta, Vladimir Dyck dimostra un’attitudine per la musica fin dalla più tenera età, al punto che Rimsky-Korsakov, che avrebbe potuto avere come insegnante, gli consiglia di completare i suoi studi al Conservatorio Nazionale Superiore di Musica di Parigi. Arriva in Francia nel 1899, all’età di 17 anni, e riesce ad entrare al Conservatorio un anno dopo. Nel 1904 vince un primo premio di armonia nella classe di Antoine Taudou e prende lezioni di accompagnamento al pianoforte da Paul Vidal. Poco dopo, diventa allievo di composizione di Charles-Marie Widor e, con decreto del 5 febbraio 1910, diventa cittadino francese per poter partecipare al concorso di composizione dell’Institut de France. Nel 1911, ottiene il secondo Grand Prix de Rome con la cantata Yanitza, dopo Claude Delvincourt (Primo Secondo Grand Prix) e Paul Paray (Primo Grand Prix). La stampa dell’epoca sottolinea il suo talento e le sue doti, ma, poiché ha raggiunto il limite d’età, l’anno successivo non può partecipare al concorso per tentare d’ottenere il Primo Gran Premio. Dà allora lezioni di pianoforte a Parigi. Tra le sue allieve ci sono Henriette Poincaré, la moglie del Presidente della Repubblica, Madame Caillaux, la moglie del Ministro e Presidente del Consiglio, e Suzanne Bloch (nata Mina Kabran, 7 settembre 1887 a Omsk – Russia), che sposerà e che gli darà una figlia di nome Nicole.

Accanto alla sua attività di insegnante, Vladimir Dyck è stato un compositore prolifico che si è cimentato in tutti i generi, dalle canzoni patriottiche (Alsace lève-toi) alla commedia lirica Le Sous-préfet aux champs (1919), passando per la musica strumentale: Orientales per pianoforte (1909), Sinfonia in do minore per pianoforte a quattro mani (1906), Sinfonia per 10 strumenti a fiato (1910), Impromptu per violoncello… e pianoforte (1912)… alla musica da film scritta con lo pseudonimo Dri Mival (anagramma del suo nome): A travers champs, Footit, Parisette, Tartarin, Prince Charmant, Théodora, Paysages aimés (1927), Douglas, Africa (1928), Vénus Astarté (1929)…

Vladimir Dyck è anche l’autore di un’importante opera ebraica: Ninna nanna ebraica, Eli! Eli! – su di un tema ebraico, Hatikva – Canto di speranza su un tema ebraico, Tre pezzi ebraici – per violoncello o violino e pianoforte (1933), 1a e 2a leggenda ebraica (1936)… pubblicata in particolare nella collezione Mizmor delle Edizioni Salabert, che ha co-diretto con Léon Algazi dal 1933. Ha anche arrangiato o scritto canzoni yiddish (Der gouter chadken, Kadisch de Rèbe Lévi – basato su una melodia popolare ebraica…) e diverse preghiere per il culto: Adon olom, Avinu malkenu (1934), Salmo 137… probabilmente in relazione alle attività di Léon Algazi che dirigeva il coro Mizmor e il coro della Grande Sinagoga della Vittoria.

Nel 1943, Vladimir Dyck viene arrestato dalla Gestapo nella sua casa di Parigi al 79 Avenue de Breteuil con sua moglie e sua figlia. E’ stato deportato ad Auschwitz il 31 luglio e lì è stato assasinato pochi giorni dopo, il 5 agosto 1943.

*Biografia estratta dal libretto del CD Mélodies hébraïques- vol. 2, Collection Classiques vol. 7, Les Editions de l’IEMJ, 2021, con i ringraziamenti dell’autore a Corine Rachel Kalifa per il suo prezioso aiuto nella preparazione di questa nota biografica.

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