Articolo di Hervé Roten, pubblicato su L'Arche Magazine n° 684, gennaio-febbraio 2021, pp. 124-125.
Riscoperta nel 1997, la partitura dell’oratorio Ester (1774) del compositore Cristiano Giuseppe Lidarti è ad oggi l’opera la più lunga e la più ricca di tutta la musica ebraica colta del XVII e XVIII secolo.
L’origine di questo oratorio in ebraico, che ripercorre la storia della regina Ester, rimane misteriosa. Fino a poco tempo fà, ci era pervenuto solo il testo di questo oratorio sotto forma di due manoscritti conservati alla biblioteca della comunità ebraica portoghese ad Amsterdam, e un terzo, un po’ diverso, nelle riserve della biblioteca ebraica dell’Hebrew Union College di Cincinnati. Ma nessuno di questi manoscritti includeva la notazione musicale.
Il libretto, intitolato in ebraico La salvezza d’Israele da parte di Ester, o in italiano Ester in Oratorio o Sacra Dramma, fu attribuito al rabbino di Mantova e Venezia, Jacob Raphael Saraval (circa 1707-1782), noto per il suo interesse per la musica. In un documento del marzo 1757, Saraval chiede alle autorità del ghetto mantovano, pochi giorni prima di Purim, il permesso per gli studenti della sua Yeshiva di presentare “una specie di opera basata su un racconto biblico”. Ottiene il permesso a condizione che non siano ammessi allo spettacolo dei non ebrei, ad eccezione dello strumentista e del costumista.
Il libretto di Saraval, basato sul testo della seconda versione dell’Oratorio di Händel (1732) con molti tagli e qualche aggiunta, rimane quindi senza musica fino al 7 novembre 1997, quando Richard Andrewes, bibliotecario dell’Università di Cambridge, scopre in un vendita di libri di musica usati una partitura manoscritta di Cristiano Giuseppe Lidarti intitolata Ester oratorio, 1774.
Pochi mesi dopo, il musicologo dell’Università Ebraica di Gerusalemme Israël Adler, che aveva dedicato la sua tesi alle pratiche musicali accademiche nelle comunità ebraiche in Europa nel XVIII e XIX secolo, identificherà il manoscritto di Lidarti come la musica corrispondente al libretto del rabbino Saraval. Inizia allora un lavoro di ricostituzione dell’opera che porterà dapprima alla creazione mondiale dell’Oratorio di Ester nel maggio 2000 a Gerusalemme, quindi alla sua creazione francese e alla sua registrazione al Festival di Radio France e Montpellier nel 2003, con interpreti di prestigio come Anne Lise Sollied e Laurent Naouri.
Una domanda rimane ancora oggi senza risposta. Chi ha chiesto a Lidarti di comporre una nuova musica su libretto di Saraval? È stato David Franco Mendes, il famoso storico e segretario della comunità, lui stesso poeta prolifico, e che pare abbia commissionato il libretto a Saraval? Questa ipotesi non è confermata. Lo stesso Lidarti non menziona nella sua autobiografia, intitolata Aneddoti musicali, l’esistenza di quest’opera, né tantomeno i rapporti professionali che ebbe con gli ebrei portoghesi di Amsterdam. Vi è da dire che questa autobiografia è breve (circa 1300 parole) e cita a malapena le sue composizioni che, secondo lui stesso , “non meritano di essere notate”. Eppure il suo oratorio è tutt’altro che un’opera minore, sia per la sua imponente forza musicale che per la sua durata (quasi due ore)!
Analisi dell’opera
L’oratorio di Ester è composto da tre atti ciascuno comprendente da tre a quattro scene. La partitura è composta da cinque a sei voci di soliste (Ester, Donna Israelita – una “donna israelita” del suo seguito -, Ahasveros, Mordocai, Haman e Harbona che fa solo una breve apparizione), un coro a tre voci ed un’orchestra di strumenti ad arco, flauti, oboi, corni e basso continuo. È probabile che per motivi religiosi gli uomini eseguissero le voci di soprano. Ci sono registrazioni nei manoscritti della comunità che indicano che le parti designate come voci di soprano sono state eseguite da sopranisti maschi.
Sul piano formale, l’opera di Lidarti, sebbene datata 1774, è concepita nello stile preclassico degli anni 1720-1750. L’ouverture in tre movimenti ricorda le sinfonie di Sammartini e le aperture operistiche di Pergolesi, Jomelli e Galuppi, e l’orchestra è ancora provvista di un basso continuo, retaggio delle pratiche barocche. Anche le arie ed i duetti seguono lo stile galante preclassico; la melodia è generalmente ciclica, le armonie relativamente semplici e le parti dell’opera sono chiaramente delineate da contrasti espressivi.
Ecco, quindi, un’opera che merita di essere largamente riscoperta. Ad oggi esiste una sola registrazione completa dell’oratorio, purtroppo esaurita. Ma la biografia di Lidarti e molti estratti della sua opera sono consultabili sul sito dell’Istituto Europeo di Musiche Ebraiche (IEMJ). Va notato che l’ensemble barocco Le Tendre Amour presenta ugualmente estratti di quest’opera su YouTube in una versione colorata ispirata al Purimspiel.
Discografia
Ester o La salvezza di Israele da parte di Ester, di Cristiano Giuseppe Lidarti, Euterpe, 2003.
Libretto del rabbino Jacob Raphael Saraval. Direzione di Friedemann Layer. Interpretazione dell’Orchestra Nazionale di Montpellier e del Coro della Radio Lettone.
Musiques juives baroques : Venise, Mantoue, Amsterdam (1623-1774) – Hommage à Israël Adler, dell’Ensemble Texto, Buda Musique, coll. « Patrimoines musicaux des juifs de France », vol. 10, 2011. Direzione di David Klein.
Biografia
– La pratique musicale savante dans quelques communautés juives en Europe aux XVIIème et XVIIIème siècles, di Israël Adler, Mouton & Co, 1966, pp. 189-236.
Per saperne di più su Lidarti
Visionare degli estratti dell’Oratorio di Ester
Visionare un estratto del concerto di musiche ebraiche barocche, in omaggio a Israel Adler
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