Una grande voce della musica orientale
Salim Halali, il cui vero nome è Simon Halali, è un cantante interprete di musica orientale, nato il 30 luglio 1920 ad Annaba, in Algeria.
Proveniente da una famiglia ebraica originaria del Souk Ahras, cresce con i suoi 9 fratelli e sorelle prima di partire per la Francia intorno al 1937. E’ dapprima nei club parigini di flamenco che si fa conoscere. Decisivo il suo incontro con l’artista algerino di music-hall Mohamed el Kamel. Quest’ultimo scrive le prime canzoni di Salim Halali come Andalusia, Sevillane, Taâli, Ardjaâ lebladek, Bine el barah oua el youm, Mounira, Nadira, El ouchq saïb, El qelb chahik... Successivamente, Mohamed Iguerbouchène compone per lui una cinquantina di altre canzoni.
Nel 1938 Salim Halali inizia una tournée europea mentre allo stesso tempo i suoi dischi di flamenco in arabo riscuotono un grande successo in Nord Africa, in particolare i brani Al ain zarga, Mahenni zine e Habibti samra.
Sempre prima della guerra, Salim Halali si produce al Café Maure della Grande Moschea di Parigi, a fianco di artisti famosi come Ali Sriti e Ibrahim Salah. Si Kaddour Bengabrit, fondatore e primo rettore della Moschea, intellettuale e musicista (oud e violino) fa amicizia con Salim Halali, e durante l’occupazione tedesca lo aiuta a nascondere le sue origini ebraiche fornendogli un falso certificato musulmano e facendo incidere il nome del suo defunto padre su una tomba anonima nel cimitero musulmano di Bobigny (Seine-Saint-Denis). [1]Questo aneddoto è raccontato nel film Les hommes libres di Ismaël Feroukhi
Dopo la guerra, la sua musica è molto apprezzata in Egitto, in particolare dalla grande diva egiziana Oum Kalsoum.
Nel 1947 Salim Halali crea un cabaret orientale a Parigi, “Ismaïlia Folies”, in un palazzo della prestigiosa avenue Montaigne che apparteneva a Ferdinand de Lesseps. Nel 1948 crea un secondo luogo di divertimento, “Le Sérail”, rue du Colisée.
Nel 1949 si trasferisce in Marocco e acquista un vecchio caffè nella mellah di Casablanca che trasforma in un prestigioso cabaret: “le Coq d’Or”. Questo locale è frequentato dalle ricche famiglie del paese e da personalità di passaggio. Ma “Le Coq d’Or” è distrutto da un incendio e Salim torna in Francia, a Cannes, all’inizio degli anni ’60.
Noto per la sua attrazione per feste sontuose e stravaganti, a volte portava degli elefanti nei giardini della sua villa. All’inizio degli anni ’70, la sua carriera prende una nuova svolta con un concerto trionfale alla Salle Pleyel di Parigi e l’uscita di un LP in francese. Negli anni seguenti si esibisce regolarmente in concerti a Parigi, Montreal e Casablanca.
Nel 1993 mette un termine definitivo la sua attività e si stabilisce in una casa di riposo a Vallauris. Terrà tuttavia un ultimo recital in occasione del nuovo anno 1994, su insistenza dell’amico Maurice Wizmam.
Volontariamente solitario – vietava a chiunque di fargli visita, ad eccezione di pochi amici intimi – muore il 25 giugno 2005 ad Antibes (Alpi Marittime). Secondo i suoi ultimi desideri, le sue ceneri sono sparse a Nizza nel giardino dei ricordi.
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1 | Questo aneddoto è raccontato nel film Les hommes libres di Ismaël Feroukhi |
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