The Musical Legacy of the Jewish Labor Bund
Il patrimonio musicale del Partito dei Lavoratori Ebraici del Bund, in 17 canzoni eseguite da Zalmen Mlotek, Adrienne Cooper, Dan Rous, la New Yiddish Chorale ed il Workmen’s Circle Chorus…
Questo album è straordinario. Una miriade di voci umane meravigliose, solisti di talento come Adrienne Cooper (z”l), una formidabile selezione di canzoni di lotta proletaria tratte dal repertorio yiddish del Bund, il partito operaio ebraico che rappresentava la quintessenza delle aspirazioni socialiste dell’ebraismo russo della fine del XIX secolo.
Fin dall’inizio, con “Hof un Gleyb” (speranza e fede), l’album ci travolge e ci ispira. Poi ci sono momenti più tranquilli, come la canzone di Adrienne Cooper “Vilna”, che invece di essere cantata con nostalgia, descrive la creazione del Bund a Vilnius, esprimendo un forte sentimento di speranza. I suoi assoli sono così potenti, così pieni di futuro, che invece di guardare indietro, guardiamo avanti, attraverso gli occhi dei bundisti, al mondo che credevano di diventare. E questo coro, questa massa di voci umane perfette? Fornisce quell’oceano di emozioni in cui gli assoli ci fanno sprofondare.
Tuttavia, questo album è più che nostalgico. Almeno in parte. Ascoltando il coro che canta “Hey hey daloy politsey” (hey, hey, abbasso la polizia), si può provare una doppia nostalgia: in primo luogo, per il momento in cui la canzone è stata creata, quando si improvvisavano nuovi testi per ogni dimostrazione, poi per il desiderio di aver vissuto e conosciuto questa canzone, durante le grandi lotte sociali della seconda metà del XX secolo.
Questo album può anche essere ascoltato con un immenso piacere solo per la musica. È semplicemente delizioso. Questo album è stato prodotto nel 1999 per commemorare i 100 anni del Bund. Anche se oggi il Bund è meno visibile, ci sono ancora sindacati, organizzazioni ed una nuova generazione che continua a lottare. Per gli attivisti di oggi, questo album è una fonte di ispirazione ed un momento piacevole da trascorrere lontano dalla lotta. Per coloro che non sono coinvolti nella lotta, questo album è anche una fonte di ispirazione e la prova che prendere parte alla lotta per un mondo migliore ha un impatto.
Per chi teme che la mancanza di conoscenza dello yiddish gli impedisca di apprezzare appieno questo album, si tranquillizzi: le spiegazioni sono in inglese, i testi in yiddish ed in traslitterazione latina, con traduzione in inglese.
Per concludere, questo CD è un giusto tributo all’eredità musicale del Partito Operaio Ebraico Bund. Zalmen Mlotek ed i due solisti sono vocalmente superbi. Ascoltate e divertitevi.
Estratto da una recensione di Ari Davidow del 18 luglio 1999
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