Collezione Patrimonî musicali degli ebrei di Francia, vol. 12
Canzoni ebraiche del XIII secolo in francecse antico ed in ebraico
CD premiato di un Choc de Classica e di 5 diapasons nel settembre 2015.
Questo dodicesimo volume della collezione Patrimonî musicali degli Ebrei di Francia è dedicato ai canti religiosi o festivi delle comunità ebraiche stabilite nel nord della Francia (Fiandra, Piccardia, Artois, Champagne …) nella seconda metà del XIII secolo.
Durante questo travagliato periodo, che si inscrive tra il rogo del Talmud (1242-1244) e la grande espulsione del 1306, gli ebrei hanno la stessa vita quotidiana, la stessa lingua dei cristiani. Condividono anche lo stesso gusto per i libri, i monumenti, i rumori della città e delle fiere, la gioia di vivere e le canzoni popolari.
I canti delle comunità ebraiche dell’epoca riflettono infatti la vita quotidiana degli ebrei e gli eventi, felici o tragici, che la punteggiano. Vi si trova l’espressione vocale di un popolo, custode dei suoi riti e delle sue tradizioni, ma pienamente integrato nel suo ambiente e che parla la lingua d’oïl; in ebraico rimangono solo le preghiere, i poemi liturgici e gli studi.
Nei libri e nei manoscritti che ci sono pervenuti, tutti i poemi, in francese come in ebraico, sono scritti in caratteri ebraici (unica scrittura insegnata agli ebrei). Noi conosciamo i nomi di molti degli autori di questi poemi, ma nessuno di coloro che li hanno adattati nella lingua d’oïl. Grazie al lavoro di ricercatori romanisti, come David Simon Blondheim e Raphael Loewe, sappiamo che le melodie di questi poemi sono state modellate su quelle delle canzoni dei trovieri. La poesia ebraica ha utilizzato per secoli questo processo contrafactum che consisteva ad adattare ad un nuovo testo la melodia di un’aria nota a tutti. Gli ebrei non conoscevano la notazione musicale neumatica (l’unica eccezione era Obadia il proselito), ma accadeva che lo scriba annotasse sul manoscritto il titolo della canzone usata come melodia. In questo disco, solo due manoscritti indicano chiaramente la melodia sulla quale il testo è stato cantato. Le altre musiche hanno dovuto, dunque, essere (ri)trovate….
Un importante lavoro paleografico, svolto da Colette Sirat, Judith Olszowy-Schlanger e Brigitte Lesne, sulle concordanze delle fonti e sulle loro trascrizioni, sia letterarie che musicali, è stato quindi necessario per restituire, con lo stesso processo del contrafactum, le versioni di queste canzoni in ebraico e nella lingua d’oïl.
Il risultato musicale è spettacolare. Da pagine di manoscritti secolari scaturisce la musica di un mondo colorato, rumoroso e sensuale dove gli Ebrei esprimono la loro fede, le loro pene ed il loro piacere. Un mondo scomparso, dopo la definitiva cacciata degli ebrei dalla Francia nel 1394, e che questo disco fa rivivere per la più grande gioia delle nostre orecchie e del nostro cuore.
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