Nell’ambito della giornata di studi Vox Aurea-Via Sacra 2014, dedicata alla musica sacra ebraica, Hector Sabo presenta uno studio sulla voce nella tradizione liturgica ashkenazita.
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Hector Sabo è cresciuto nella tradizione dell’hazanout (l’arte del canto sinagogale) tramandata dal nonno David Sabo. All’età di nove anni, entra a far parte del coro professionale della Grande Sinagoga di Buenos Aires (rue Paso), cantando al fianco del padre…
La tradizione musicale della liturgia ashkenazita, nome ebraico della cultura ebraica germanica, implica il canto sinagogale sviluppatosi durante il secondo millennio dell’era cristiana nell’Europa centrale ed orientale.
Questa cultura della valle del Reno si è gradualmente spostata verso est e si è impregnata di cultura slava. E nonostante queste numerose peregrinazioni, è riuscita a conservare le sue peculiarità originali.
Più in generale, dalla distruzione del Secondo Tempio di Gerusalemme, la voce cantata è stata lo strumento preferito per esprimere la fede nella liturgia ebraica.
Nell’Europa ashkenazita, lo sviluppo musicale del rito sinagogale ha adottato molte delle caratteristiche dell’opera lirica, incorporando anche quelle dei canti popolari dei popoli circostanti.
Hector Sabo scrive articoli per varie riviste (diasporic, KKL review, Musique et Culture, ecc.) ed è autore di due monografie accademiche: Israël Lovy, portrait d’une personnalité musicale méconnue e Les termes Hébraïques dans le dictionnaire de Walther. Da diversi anni si dedica alla ricerca di nuovi repertori della musica ebraica e delle sue corrispondenze bibliche.