Le baqqachot

Di Ephraim Kahn

 

Origini

Fin dai tempi biblici, la notte è stata un momento speciale per lo studio e la preghiera. Non scriveva forse il salmista (Salmi 119:62) “Mi alzo a mezzanotte per renderti grazie per i tuoi giusti giudizi”?

Con la nascita della scuola cabalistica di Safed, in Galilea, nel XVI secolo, la preghiera notturna assunse un nuovo significato: si trattava di piangere, nel cuore della notte, la distruzione del Tempio e l’esilio della presenza divina, la Shekhina.

L’influenza della Cabala di Safed fu tale che, oltre a diffondere lo studio della mistica ebraica, molte delle sue pratiche furono adottate dalle comunità ebraiche di tutto il mondo. Ad esempio, sono poche le comunità che non accolgono lo Shabbat intonando il famoso Lekha dodi, scritto da Salomon Elqabeṣ, un eminente mistico di Safed nel XVI secolo.

Questa influenza fu particolarmente importante nel Vicino Oriente e nel Nord Africa. In diverse comunità di queste regioni, la pratica della Shirat ha-Baqqachot si sviluppò notevolmente.

Che cos’è la Shirat ha-Baqqachot?

Il sabato mattina d’inverno, prima dell’alba, i fedeli si riuniscono in sinagoga per cantare le baqqachot (o bakashot), una raccolta di poesie liturgiche. Ariel Danan, specialista di bakashot marocchine, spiega in un’intervista per l’IEMJ: “Questi canti iniziano il primo Shabbat dopo Sukkot, cioè lo Shabbat Berechit, quando si riprende la lettura della Torah, e continuano ogni settimana fino allo Shabbat prima di Purim, nel rito marocchino. Nel rito mediorientale si continua a cantarli fino a Pesach”[1]Intervista con Ariel Danan, filmata il 19 agosto 2024. Per ascoltarne degli estratti, vedere il video Chirat ha-Baqqashot secondo il rito marocchino (link in fondo alla pagina).

Le bakashot sono guidate da un cantore esperto, spesso il più anziano dei presenti. Nella tradizione nordafricana, questi canti sono eseguiti principalmente da paytanim (cantori-poeti). Nel rito mediorientale, la congregazione svolge un ruolo più attivo, partecipando a gran parte dei canti. [2]Ascolta la playlist Alla scoperta delle baqqashot (link in fondo alla pagina).

Differenze tra le tradizioni nordafricane e mediorientali

La prima distinzione tra queste due tradizioni sta nel loro repertorio testuale. Nel rito mediorientale, le bakashot seguono un testo fisso ogni settimana, che inizia con il poema mistico El Mistater. Ogni strofa di questo poema corrisponde ad una delle dieci Sefirot, attributi o manifestazioni del divino. Un altro testo chiave di questa tradizione è un poema del XVI secolo che inizia con: Ode la-El levav ‘hoker beron ya’had kokhve voker (“Come le stelle del mattino cantano in concerto, io lodo Dio che circonda i cuori”).

Nel rito marocchino, la struttura delle bakashot rimane costante per tutta la stagione, ma i testi variano di settimana in settimana. I canti si aprono sempre con due poesie fisse, Dodi Yarad e Yedid Nefesh, e si concludono con Sha’har Avaqesh’ha (“All’alba ti cerco”). Tra questi elementi fissi, le poesie liturgiche cambiano ogni settimana secondo una modalità musicale specifica, chiamata nuba.

Ariel Danan spiega: “Nella tradizione marocchina, ogni Shabbat è associato ad una nouba, una modalità musicale derivata dalla musica andalusa. Ci sono 11 nouba elencate; alcune sono comuni alle tradizioni ebraiche e musulmane della musica andalusa marocchina, mentre altre sono state conservate o create dagli ebrei. Le bakashot vengono cantate durante circa venti Shabbat. Alcune nubas sono quindi utilizzate per due o tre Shabbat, ma le melodie differiscono ogni volta, anche all’interno dello stesso modo musicale. Questa pratica richiede una conoscenza enciclopedica per padroneggiare l’intero repertorio” [3]Intervista con Ariel Danan del 19 agosto 2024. Per ascoltare degli estratti, vedere il video Chirat ha-Baqqashot secondo il rito marocchino (link in fondo alla pagina).

I testi cantati sono poesie liturgiche ebraiche (piyyoutim), sul tema dell’esilio di Israele, del legame tra Israele e Dio ed anche – nel rito marocchino – della parasha della settimana. Quest’ultima categoria di poesie è chiamata Qseda, un termine generico per indicare le poesie narrative. È un genere letterario ispirato alla poesia araba, di cui porta lo stesso nome. Ogni settimana, la Qseda racconta poeticamente un tema chiave della parasha settimanale.

Le Baqqashot oggi

Oggi questa tradizione si mantiene soprattutto all’interno delle comunità di rito marocchino e siriano. In Israele, tuttavia, è cresciuta notevolmente negli ultimi anni. In Francia si organizzano serate di bakashot in alcuni sabati sera d’inverno, soprattutto nella regione dell’Île-de-France. A Strasburgo, anche il rabbino Bendavid contribuisce a tramandare questa tradizione.

Ascolta la playlist Alla scoperta delle baqqashot

Guarda il video Shirat ha-Baqqashot secondo il rito marocchino

Ascolta decine di altre baqqashot secondo il rito mediorientale di Aleppo (Siria) sul sito del Progetto Pizmonim sefardita

References
1 Intervista con Ariel Danan, filmata il 19 agosto 2024. Per ascoltarne degli estratti, vedere il video Chirat ha-Baqqashot secondo il rito marocchino (link in fondo alla pagina)
2 Ascolta la playlist Alla scoperta delle baqqashot (link in fondo alla pagina).
3 Intervista con Ariel Danan del 19 agosto 2024. Per ascoltare degli estratti, vedere il video Chirat ha-Baqqashot secondo il rito marocchino (link in fondo alla pagina)

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