Di Hervé Roten
Gerusalemme d’oro (in ebraico: ירושלים של זהב – Yerushalayim shel zahav) è il titolo di una popolare canzone israeliana scritta da Naomi Shemer nel 1967. È stata cantata per la prima volta da Shuli Nathan, prima di essere ripresa da molti artisti, tra cui Rika Zaraï ed Ofra Haza che la cantarono nel 1998 per la cerimonia del 50° anniversario dello Stato di Israele. La canzone ebbe un tale successo mondiale che oggi è considerata la controparte non ufficiale della Hatikva, l’inno dello Stato di Israele.
La prima parte del ritornello, “Gerusalemme d’oro, di rame e di luce”, si riferisce al colore dorato degli edifici della città di pietra di Gerusalemme all’alba e al tramonto. La seconda parte, “Di tutti i tuoi canti, non sono forse io la lira?” [1]Il termine ebraico kinor si riferisce probabilmente a una lira o a un’arpa., è ispirata ad un verso dei Canti di Sion, “Sono come una lira per i tuoi canti”, del poeta ebreo spagnolo Judah Halevi (1075-1141). Ci sono anche altri riferimenti biblici: nella prima strofa, l’espressione “la città che siede solitaria” proviene dal Libro delle Lamentazioni 1:1, e la terza strofa dal Salmo 137:5 “Se ti dimentico Gerusalemme“.
Le circostanze che hanno portato alla composizione di questa canzone sono altamente simboliche. Nel 1967, il sindaco di Gerusalemme, Teddy Kolek, commissionò una canzone su Gerusalemme per il Festival della Canzone che si sarebbe tenuto la sera del Giorno dell’Indipendenza, il 15 maggio 1967. Il compito fu affidato a Naomi Shemer, una cantautrice. La canzone descrive Gerusalemme prima della Guerra dei Sei Giorni, quando la città era ancora divisa da un muro che separava il Regno di Giordania dallo Stato di Israele. I luoghi sacri dell’ebraismo – il Monte del Tempio, il Muro Occidentale ed il cimitero ebraico sul Monte degli Ulivi – erano allora inaccessibili agli ebrei espulsi dalla Città Vecchia dopo la Guerra d’Indipendenza. Questa canzone,eseguita da Shuli Nathan appena tre settimane prima dello scoppio della Guerra dei Sei Giorni, ebbe un grande successo, soprattutto tra i soldati israeliani che parteciparono alla riconquista di Gerusalemme Est. Dopo la guerra, Naomi Shemer aggiunse una strofa alla sua poesia per celebrare la riunificazione di Gerusalemme ed il ritorno degli ebrei al Muro Occidentale nella Città Vecchia [2]Uno dei versi di questa nuova strofa, “Lo shofar suona sul Monte del Tempio”, si riferisce specificamente al fatto che il cappellano dell’esercito, Rabbi Shlomo Goren, suonò uno … Lire la suite.
Premiata come “canzone dell’anno” in Israele nel 1967, Yerushalayim shel zahav è stata da allora ripresa da artisti di tutto il mondo, tra cui la cantante finlandese Carola Standertskjöld, il cantante greco Demis Roussos, il gruppo rock americano Phish, il rocker tedesco Klaus Meine del gruppo Scorpions, il cantante brasiliano Roberto Carlos e la cantante francese Hélène Ségara. Secondo la Società degli Autori, Compositori ed Editori di Musica israeliana (ACUM), esistono oltre 300 versioni diverse di questa canzone, tradotte in molte lingue, tra cui l’esperanto. Il brano è stato introdotto anche nella liturgia di molte comunità ashkenazite e sefardite in Israele e nella diaspora. Spesso suonata nelle cerimonie ufficiali, Yerushalayim shel zahav è un fenomeno culturale all’incrocio tra politica, identità nazionale israeliana e cultura popolare.
Poco prima della sua morte, Naomi Shemer ha rivelato di essersi ispirata a un’antica ninna nanna basca, Pello Joxepe, composta da Juan Francisco Petriarena ‘Xenpelar’ (1835-1869), che aveva ascoltato durante un concerto tenuto dal cantante spagnolo Paco Ibáñez in Israele nel 1962. Non lo considero un plagio”, ha dichiarato Ibáñez poco dopo l’annuncio, aggiungendo: ” in un certo modo,sono contento che questo l’abbia aiutata.”.
Yerushalayim shel zahav – Shuly Nathan
Fonti : Wikipedia
Leggere la biografia di Naomi Shemer
Ascoltare diverse versioni della canzone Gerusalemme d’oro (Yerushalayim shel zahav)
1 | Il termine ebraico kinor si riferisce probabilmente a una lira o a un’arpa. |
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2 | Uno dei versi di questa nuova strofa, “Lo shofar suona sul Monte del Tempio”, si riferisce specificamente al fatto che il cappellano dell’esercito, Rabbi Shlomo Goren, suonò uno shofar subito dopo la cattura del Muro Occidentale. |